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Una cartolina dal Canada

Toronto

Toronto
9 Marzo 2005

Dal numero di valigie, arrivati in aeroporto, si può distinguere la destinazione di un viaggiatore. Per i Draghi è inequivocabile: si va in Canada. Dodici valigie per proteggersi dall’inverno inclemente di Toronto. Sull’aereo, una tenda nera, classista, delimita il settore dei privilegiati dal resto dell’aereo. Dall’area VIP del Boeing, voci e risate fanno ben capire, al resto dei passeggeri, che lì i drink si susseguono a ripetizione. Le ore di volo, per tutti, vengono scandite da una sequenza di pranzi e cene o cene e prime colazioni (non si capisce più per colpa del fuso orario che confonde tutto e tutti). Finalmente si atterra. Le previsioni del tempo, comunicate già alla partenza, sono confermate.

Nevica, ma in Canada sono abituati alla neve e speriamo che sia canadese anche il pilota. Si atterra e bene. Procedure interminabili alla dogana con domande quasi comiche con la pretesa che un criminale si dichiari candidamente per quello che è. Solo con una semplice domanda. La prima neve di Toronto ci imbianca i capelli mentre corriamo in albergo. Siamo nella città più cosmopolita dell’Ontario, con circa cinque milioni di abitanti. Traffico molto intenso. Molte industrie però l’aria è magicamente fresca e sa di pulito. Alla prima mattina di Toronto, sveglia alle otto senza problemi per la confusione dei cambi di orario. Primo appuntamento al St. George’s Curling Club. Eravamo stati avvertiti che in Canada il curling è praticato in strutture dedicate, ma l’eleganza e lo stile anglosassone sono di altissimo livello, aristocratico, dei primi del novecento, da lasciarci senza parole.
Grandi sale di accesso al club con pareti ricche di quadri e trofei a contorno di splendidi camini sempre accesi. Si respira un’atmosfera decisamente scozzese. Ci accorgiamo che c’è molta tolleranza verso il nostro abbigliamento. Comprendono che tra la cultura italiana ed il curling la storia d’amore è solo agli inizi. Di certo comunque il curling a casa nostra potrà anche crescere, ma tutto il resto non ci appartiene. Ci prepariamo ad entrare in pista, anche se è un termine riduttivo. Dalla vetrata del locale bar, affacciata alle piste, l’impatto è strabiliante. Sei campi da gioco con un ghiaccio bianco che ricorda i nostri marmi.

Le house tracciate con colori vivaci, blu e rosso, sono di grande effetto. Completano il tutto le stone di gioco ben posizionate a bordo pista. S’inizia la nostra prima avventura di curling in Canada. Il torneo è il Dragon’s Master uno dei più prestigiosi dell’Ontario.

Piste canadesi

Ventidue i team iscritti, con nomi a dir poco fantasiosi come Crown Royal, Sea Side, Avonlea, Islington e Hide Park. Stretta di mano come da etichetta del curling con augurio di “good curling”. Si comincia. La prima stone corre su un ghiaccio di una scivolosità semplicemente spettacolare. Si gioca… ed è dura contro l’esperienza dei canadesi, ma siamo qui per imparare e ci sta anche la sconfitta. La prima partita ha questa inevitabile conclusione ma, come usiamo dire in Italia, si è perso bene. Non mancano i complimenti degli avversari e i consigli sugli errori nel dopo partita.

I pochi italiani presenti, in questo mondo fin troppo anglosassone, prendono coraggio e ci raccontano, nel loro dialetto, le storie di una vita. Intanto, nelle pause del nostro torneo, la televisione, in zona relax, continua a trasmettere gli incontri di qualificazione del campionato canadese di curling professionistico. Per noi, anche rimanere semplicemente di fronte alla televisione è scuola.

Di tanto in tanto cerchiamo di sfidare il freddo per brevi tour turistici in downtown (centro) di questa città. Difficile resistere.

Secondo giorno e seconda partita, gli avversari sono quelli del Sea Side. Questa volta qualche segnale di miglioramento da parte nostra si fa sentire e i Draghi vincono. I primi ad essere contenti sono proprio i nostri avversari. Terzo giorno e terza partita contro i più quotati dell’Islington team. La loro superiorità è incontenibile, non ci resta che imparare.

Ultima giornata ed ultima partita, del nostro primo weekend a Toronto, contro il team High Park. Con una buona dose di fortuna, incredibile ma vero, i torinesi vincono. La classifica finale vede i Draghi Curling Club di Torino al decimo posto. Nelle seconda settimana di permanenza continuerà la nostra esperienza canadese con il torneo Shamrock Bonspiel al Weston Curling Club. Poi si torna a casa.

Un consiglio a tutti i curler italiani: se giochi a curling un viaggio in Canada è d’obbligo. In questo Paese, per chi ama il nostro sport, tutto è letteralmente scuola. Qui si può capire cosa vuol dire il giusto atteggiamento e il comportamento come stile di vita. Ma in particolare, puoi immaginare cosa il curling potrebbe diventare anche in Italia. Curling center adeguati e ospitali, ghiaccio ideale, negozi esclusivamente dedicati alla vendita di attrezzature per questa disciplina. E l’indimenticabile rapporto umano e una sincera amicizia che trova nel curling il gusto di una scelta che ti rende simile a tutti gli altri.

Saluti da Toronto a tutti gli appassionati italiani.

UPDATE:

foto, anche commentate, a questo link (fare click sulle fote per vedere le note).

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