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Lo stone più grande del mondo

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Per quanto ne sappiamo al momento non esiste niente di più grande. E’ il monumento a forma di stone presente ad Arborg (Manitoba-Canada). Con il suo peso di 1,5 tonnellate ed una struttura fatta di acciaio, gomma piuma e vetroresina.

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Ha saputo superare un’altro stone-monumento che deteneva il record a Thunder Bay nell’Ontario. Nella Baia del Tuono la grande stone era stata posizionata in memoria del Torneo Brier ospitato nel 1960.

Dopo le Olimpiadi del 2006, sinceramente quanti di voi, passando per Pinerolo, avete immaginato che, prima o poi, vi sareste trovati davanti a qualcosa di analogo?
A memoria di un ricordo Olimpico. Ma in particolare a testimoniare la passione presente e futura di “Pinerolo città del curling”.
Invece nulla.
Il supporto di promozione e di immagine è stato altissimo. Non oso pensare cosa avrebbero saputo fare negli Stati Uniti con una simile opportunità.
Sinceramente non comprendo come non sia stata gestita al meglio.
Professionisti della promozione turistica e dell’immagine di Pinerolo, ma dove siete? In questa cittadina piemontese sembrerebbe che, l’eco degli impressionanti indici di ascolto televisivi, la grande curiosità verso il curling, e tutto quel momento definito come curling-mania, nulla sia mai accaduto.
E per gli appassionati di cifre sottolineiamo anche un’altro dato che può meglio far comprendere cosa è stato il fenomeno curling Olimpico. Nei motori di ricerca mondiali, in un’impressionante numero diverso di lingue, la frase Curling-Pinerolo è citata in 2600 occasioni diverse.
E’ stata un’esportazione del nome “Pinerolo” senza precedenti. Ma sembrerebbe che per tutti sia più utile vivere quel febbraio del 2006 come una breve parentesi esistenziale. Al contrario, non è mai esistita una occasione più ghiotta per far conoscere e mantenere interesse di Pinerolo nel mondo. Anche la popolarità, negli anni d’oro, del panettone Galup non ha saputo ottenere di più.
Mi sembra l’atteggiamento di chi non sviluppa un’opportunità perché non gli appartiene o peggio perché non la capisce e, se vogliamo dirla tutta, per assurdo non ci crede. Come una moda dell’inverno 2006 destinata inevitabilmente a cambiare l’anno seguente. L’unica soluzione per non dover subire dei danni economici sarà l’inizio dei saldi. Svendo tutto e libero i locali.
Che peccato non saper passeggiare per il mondo in camicia e cravatta con questo fiore all’occhiello.

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