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Dai professionisti del curling una seria riflessione

Voglio segnalarvi una critica sul programma organizzativo sollevata al Tim Hortons Brier dai professionisti canadesi.

La polemica parte da Glenn Howard (Ontario) e Kevin Martin (Alberta). I personaggi in questione, così autorevoli, hanno finalmente sollevato il dubbio che la programmazione delle partite con i soliti orari (mattino 8,30, pomeriggio 14, sera 19) non aiuti di certo la promozione e lo sviluppo del curling. Sia in televisione che direttamente dal vivo, una manifestazione come il Tim Hortons non può essere seguita per i quotidiani impegni di lavoro.

Quello che hanno suggerito Howard e Martin, per il futuro, è di considerare questo disagio del pubblico appassionato.
Propongono di far svolgere sempre e solo in serata le partite in cui scendano in pista almeno le teste di serie del torneo.

La Canadian Curling Ass. per il momento ha dimostrato di accettare il suggerimento chiedendo di potersi prendere il tempo necessario per verificare come, quanto chiesto, si possa attuare senza un incremento nei giorni a disposizione.

Non dimentichiamoci che parliamo del curling in Canada e quindi comunque sempre di pubblico presente e pagante. Per spiegare al meglio questo concetto, aggiungo che per le partite in calendario ieri erano presenti, sugli spalti del MTS Center, 6740 spettatori. Per noi sono numeri da fantascienza, mentre a Winnipeg se non si vendono almeno i 10 mila biglietti si parla subito di crisi di gradimento.

Nel nostro piccolo dobbiamo comunque riflettere su queste considerazioni.
Il pensiero il tal senso va alle finali del Campionato Italiano. Il nostro impegno è e sarà esclusivamente proteso nel far venire il pubblico ad assistere. Pensare di vendere i biglietti… è un assurdo.
Ma se non si gioca dopo cena, vedo sempre più complicata la possibilità di far vedere il curling. Se non viene considerata, questa del pubblico, una necessità primaria, continueremo a vivere e giocare per noi e tra di noi sempre nel nostro ghetto.

No Comments

  1. Gianandrea Gallinatto scrive:

    Ovviamente non posso che condividere in pieno le considerazioni di Renato.
    Se si porta il curling in una grande città e in un impianto capiente, è inutile giocare alla mattina di un giorno feriale quando forse neppure gli appassionati potranno partecipare per impegni di lavoro.
    Lo sport è svago e divertimento, e non si può far altro che andare verso la gente proprio nelle ore dedicate appunto allo svago e al divertimento.

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