Riflessioni da un mondo del curling così lontano

In questi giorni di Mondiale americano uomini, i giornalisti sul posto hanno l’opportunità di parlare, oltre che della gara, di altri aspetti del curling. Riflessioni che a noi suonano come segnali extraterrestri provenienti da altri pianeti, ma non per questo meno interessanti.

Una nota di certo curiosa è emersa sulle condizioni economiche dei giocatori professionisti canadesi. I personaggi ovviamenti sono i migliori al mondo che quindi vivono e guadagnano con questo sport. Tra i più ricchi sul podio più alto è inevitabile il trovare Kevin Martin. Ufficialmente Kevin ha riscosso in vincite 111.000 Dollari con il World Tour. Non lontani da questi introiti troviamo la medaglia Olimpica Brad Gushue.
Ma non sono contenti. Anche in Canada l’Ufficio delle Entrate fa il suo lavoro e di recente non perde l’occasione di bussare alla porta dei curler più famosi.
Tra loro la corona del più perseguitato va a Wayne Middaugh. Una vera star in Ontario.
Wayne è stato condannato dall’Ufficio delle Entrate al pagamento di 50.000 Dollari per imposte non pagate negli anni 2003-2005. In questi ultimi due anni, Middaugh si è appellato perdendo però la causa.

Alla luce di queste criticità come vedono quindi il futuro i nostri professionisti? Per tutti parla Gushue: “Vorremmo un futuro nel curling dove dei manager possano acquistare le squadre così come avviene in tutti gli sport. Potremmo quindi stipulare un contratto con il proprietario del team per 3 o 5 anni. Giocare per lui e per il nome della sua azienda. Lo so che questo porterebbe alla perdita di scelte decisionali da parte dello skip. Sarebbe inevitabile il fatto che dovremmo giocare con una squadra formata da atleti che non abbiamo scelto noi ma il proprietario. Ma questo è lo sport. Il nostro unico pensiero si fermerebbe sul giocare e vincere. Con dei guadagni comunque garantiti dal contratto. Sempre e comunque che si vinca o si perda.”