Premessa
La dote prevalente nel giocatore di curling è senz’altro l’equilibrio. Il curler passa molte ore in piedi in una condizione che prevede la contrazione di molti più muscoli di quanti non ne servano per muoversi continuamente. In questo caso l’efficienza dei muscoli fissatori, posturali e vagotonici (quelli dello strato profondo) influenza direttamente il senso di fatica complessivo, l’accuratezza e la lucidità mentale.
Il curler deve avere un corpo a posto e dunque: la colonna vertebrale dev’essere assistita da muscoli discretamente forti, sostanzialmente resistenti, non contratti e ben allungabili. Si lavora intensamente sui muscoli obliqui in allungamento, si lavora sui retti addominali soprattutto nella sezione inferiore. C’è una intensa attività di allungamento sui flessori della coscia (retto femorale, ileo-psoas, sartorio, pettineo e secondariamente tensore della fascia lata). Il bacino deve essere molto centrato elasticamente ed in equilibrio dinamico, senza vettori di tensione. Inoltre i muscoli trapezi (alti e bassi) dovranno essere equilibrati alle catene cinetiche complessive. A posto devono essere anche i muscoli del collo con un corretto allineamento della cervicale e della testa.
L’assetto di piedi e ginocchia dev’essere corretto. Ogni accenno di valgismo, varismo e piedi piatti crea squilibri che nel giro delle ore gravano sulla fatica complessiva, sulla facilità di concentrazione e sulla precisione.
Piano occlusale e allineamento della mandibola devono essere perfetti. Un disallineamento del piano occlusale può generare alterazioni tensive e posturali praticamente in tutto il corpo nonché debolezza muscolare.
La vista: un astigmatismo anche leggero, non diagnosticato, può alterare la capacità di mira, la messa a fuoco dell’obiettivo e la percezione della profondità. Ovviamente queste carenze aumentano la fatica mentale e riducono la capacità di concentrazione.
E quindi dottore cosa consiglia a tutti i giocatori di curling per una corretta preparazione a secco in estate? (continua…)
