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Olimpiadi 2006: Un dramma tutto torinese

Ritornando indietro negli anni ho come primo pensiero il giorno il cui il CIO si è pronunciato a favore di Torino e da quel momento la città assumeva l’incarico di organizzare i giochi del 2006. Alla nostra incosciente felicità si contrapponeva la rabbia degli svizzeri sconfitti di Sion. Da quel momento tante cose sono successe ed escludendo i giorni olimpici ritengo proprio che molte di queste non siano piacevoli da ricordare. Siamo ormai al termine del 2009 e Torino vive ancora un clima Olimpico. Ma non si tratta di eventi sportivi. Del post-Olimpico sono rimasti i debiti. Torino è il comune d’Italia con il più alto debito pro capite stimato in 5600 euro per ogni abitante (neonati compresi). Dai conti di bilancio presentati in questi giorni risulta che il debito, in questo ultimo anno, ha raggiunto i 5,56 milioni di euro che è già un risultato di contenimento ottenuto con la dismissione (vendita) di proprietà immobiliari della città. Ma per estinguere il debito il Comune di Torino dovrebbe vendere almeno l’85% del suo patrimonio stimato in 7,36 milioni di euro. Quindi attenti alle false chimere che decantano che si possa avere un ritorno economico da un evento olimpico. Si parlava di una sicura crescita di turismo e così non è stato. Le strutture sportive si sono dimostrate ingestibili, anzi, una vera palla al piede e non solo per Torino ma di tutta la Provincia. Allora cari amici di Sion dovete gioire. Come al solito siete stati particolarmente fortunati. Beati voi, continuate così. Niente guerre e niente Olimpiadi.

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