E si ritorna a parlare ancora di Cheryl Bernard da quando, in questi giorni, si è diffusa la notizia che il team femminile del Canada alle Olimpiadi di Vancouver ha utilizzato delle nuove scope sperimentali realizzate dagli scienziati dell’Università of Western Ontario. Sembra che si tratti di una innovazione molto semplice. Sotto il tappetino della fibra hanno inserito un pezzo di carta, o forse, più nel dettaglio, un pezzo di alluminio che può riflettere il calore. In questi giorni i dibattiti e le polemiche sono intensi. D’altra parte in Canada ci sono ancora molti appassionati che obbligherebbero tutti ad usare solo scope a spazzola. Una dichiarazione sul tema l’ha rilasciata il giocatore Jeff Stoughton. Jeff ha segnalato il rischio che a breve si potrebbero realizzare delle scope che, con la pressione sul ghiaccio, possono attivare una reazione chimica e riscaldarsi. Qualcosa che abbiamo già visto utilizzate per i bicchieri di caffè riscaldati alla rotazione del contenitore. Durante l’estate l’ambiente del curling era già impegnato a disquisire sul nuovo brevetto di scope creato e commercializzato da Asham (modello boomerang di cui vi avevo informato nei mesi scorsi). Adesso si discute solo della scopa di Cheryl Bernard. Ma c’è anche chi, con più buon senso, evidenzia il fatto che il Canada ha conquistato la medaglia d’argento e quindi non basta una nuova scopa per arrivare all’oro. Personalmente sono più propenso a considerare in negativo un’altro aspetto della questione. Sembrerebbe che sulla novità delle scope il giornalista Allen Cameron, famoso e autorevole corrispondente di curling per il Calgary Herald, fosse ben informato ma che abbia concordato il suo silenzio durato sino a questo mese di ottobre. E adesso invece è stato anche ufficializzato che il brevetto è di proprietà della Balance.