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novembre 28th, 2010:

Un curling più multietnico per il Canada del futuro

Di recente in Canada è stato pubblicato uno studio realizzato dalla professoressa Heater Mair. La Mair è docente presso l’Università di Waterloo impegnata nel Dipartimento Studi Ricreazione e Svago. Oltre che per la sua Università il lavoro è stato commissionato anche dalla Canadian Curling Association. Heater Mair ha iniziato la sua ricerca partendo da un dato statistico sul futuro del Canada. Nel 2031 il 25 – 28% della popolazione canadese sarà costituita da persone immigrate. La Mair ha voluto quindi esplorare da vicino come i club di curling  possano collaborare alla integrazione sociale dei nuovi canadesi. Per realizzare questa ricerca etnografica sul curling è andata a conoscere la realtà in 18 club sparsi nell’Ontario. Questa ricerca ha richiesto un impegno di 500 ore con una media di 30 ore nella frequentazione in ogni club. Nella stesura finale la Mair ha preferito usare degli pseudonimi sia per il club che per gli intervistati. In questo modo si è resa   più libera nella critica verso i gestori del club. Lo studio evidenza molti aspetti di criticità. In particolare esiste un’evidente chiusura imposta dall’uso della lingua. Nel curling il 91% dei giocatori parla esclusivamente inglese. In più tra gli stessi curler intervistati è emerso (87% dei casi) come il curling sia vissuto come esclusivo svago ricreativo solo per bianchi. Una mentalità che si sintetizza come “nato dai bianchi e per i bianchi”. Questa mentalità già oggi non aiuta la sopravvivenza di molti club di curling in tutto il Canada. Ma con gli anni, ed il conseguente incremento dei non canadesi, o si modifica la mentalità oppure questo sport è destinato a diventare un passatempo solo per intimi ma anche  molto ricchi canadesi doc.

Mai fu così appropriato firmare il mio articolo Renato Negro

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