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Curling & Tv: il pericolo di giocare microfonati

Per noi italiani il problema di giocare con un microfono addosso è ancora lontano a venire ma, in particolare nelle gare olimpiche, ci siamo accorti che può diventare, a suo modo, un aspetto a cui dover prestare attenzione. E raccontiamo quindi di quanto è accaduto a Brad Gushue nella stagione scorsa quando, in un momento difficile del gioco, si è fatto scappare l’esclamazione “maledizione”. Per quanto a noi italici possa sembrare banale questa esclamazione non è stata tollerata dalla Canadian Curling Association che, il giorno successivo, ha inviato a Gushue una multa, per il suo sfogo, di 250 dollari. Quanto accaduto ha acceso un lungo dibattito e molti atleti, solidali con Brad, avevano formalmente richiesto al CCA di stilare una lista di esclamazioni che potevano essere pronunciate e quelle che nella maniera più assoluta non lo potevano essere. Non credo che la questione abbia trovato una qualsiasi forma di regolamentazione. Il professionismo canadese ha comunque dovuto prendere atto che una partita in televisione diventava un evento pubblico e come tale soggetto alla censura. Sulla vicenda Brad Gushue in un’intervista dichiarò: “Non potevo immaginare di dover pagare un multa per aver detto “maledizione”. Se avessi saputo di dover pagare un ammenda mi sarei lasciato andare con qualcosa di più volgare”.

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