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aprile 7th, 2011:

WMCC2011: Ma perché quella Danimarca di Tommy Stjerne?

In Danimarca il 19 febbraio scorso si giocò la finale per il titolo del Campionato danese maschile. Sul ghiaccio due squadre con due skip, come sempre, ma con la particolarità che questi skip erano padre e figlio. Tommy, l’anziano esperto giocatore negli anni 1977, 1981, 1983, 1986, 1989, 1990 e 1998, aveva già rappresentato la Danimarca nelle competizioni internazionali. Proprio a Regina nel lontano 1983 Tommy Stjerne aveva partecipato ad un Mondiale.

In questa finale contro il figlio Rasmus, l’anziano Stjerne si gioca l’opportunità di ritornare in Canada e proprio a Regina. Tutto il pubblico però vuole un risultato diverso. Rasmus, 22 anni, agli ultimi europei ha giocato molto bene e con Mikkel Krause, Oliver Dupont, Troels Hanry e Martin Poulsen ha formato un team giovane, forte e con tanta voglia di vincere. Ma il curling è curling e il vecchio Stjerne, quel  19 febbraio, obbliga il figlio all’extraend e poi chiude la partita vincendo 9 a 8. Tommy di quel momento, prima di partire per Regina, dice: “Quando l’ultimo stone  è venuto giù e si è fermato a destra sul botton è stata una bella sensazione, ma anche un sentimento misto. Sapevo che tutti gli spettatori, tra cui mia moglie, tifavano per Rasmus, quindi non sapevo bene come mostrare i miei sentimenti senza ferire un sacco di gente. Rasmus era un buon perdente sul ghiaccio, ma dopo, naturalmente, era molto deluso. Gli ci volle molto tempo per rendersi conto che aveva perso la finale, e poi con suo padre vecchio. Capisco perfettamente i suoi sentimenti contrastanti, ma, detto questo, sono sicuro che imparerà molto da questa sconfitta. Sono felice che lui adesso ha accettato di essere l’allenatore per noi a Regina. L’ultima volta a Regina, mi ricordo che tutti intorno a noi conoscevano il gioco ed erano molto gentili. Non vedo l’ora di tornare là e incontrare amici vecchi e nuovi. Il Mondiale sicuramente è molto diverso. Adesso c’è molto professionismo. A quel tempo si faceva una festa ogni notte e scorreva un sacco di whisky e birra. So per certo che saremo la squadra più antica – ma forse anche una delle squadre più esperte – ” Stjerne aggiunge. “Se perdiamo un paio di partite, dormiremo lo stesso la notte. So anche che se riusciamo a giocare come abbiamo fatto contro Rasmus, abbiamo delle possibità. Il problema per noi può essere la stanchezza dopo un paio di giorni. Per questo motivo abbiamo trovato irritante che non possiamo essere sei giocatori in squadra, come siamo di solito nei  bonspiels dove gareggiamo. Ma di sicuro andremo a divertirci a Regina.”

Ma va bene così. Tutto sommato i grandi risultati internazionali per la Danimarca nel curling sono sempre stati al femminile. Il Mondiale di Cortina, la stagione passata, che ha visto una Danimarca chiudere al 5° posto in classifica, è stata se vogliamo una parentesi particolarmente felice. Di certo a Cortina quella Danimarca con Jonny Fredriksen, Ulrik Schmidt e Lars Vilandt, era di ottimo livello ma il Mondiale, nell’anno Olimpico, non è mai  superlativo. Poi vivere solo di curling, anche per i danesi, è pura utopia e quindi una  importante  promessa junior, come è stato nel 2000 Kasper Wiksten, ci sta che si possa smarrire per una più redditizia e duratura carriera professionale. Alla Danimarca rimane allora solo l’opportunità di presenziare ad un Mondiale con la squadra di un padre che ha voluto dare a suo figlio Rasmus forse l’ultima importante lezione di umiltà.

WMCC2011: Solo il Canada è spettacolo, tutto il resto è noia

Al Mondiale uomini di Regina siamo arrivati all’ultima giornata di gioco del round robin. In testa il Canada viaggia sicuro verso la finale e dietro solo la Scozia può dirsi tranquilla di entrare nel play off. Tutto ancora molto incerto per decretare quali altre 2 nazioni potranno accedere alle fasi finali tra Francia, Svezia, Svizzera, Norvegia e Germania. Purtroppo per noi l’unica squadra che sa dare un apprezzabile spettacolo è il Canada ma il servizio televisivo predilige di frequente le gare tra europee. Queste partite si trascinano stancamente tra una mano nulla e il punto forzato dell’hammer. Nell’ultima partita di calendario del round robin il programma prevede un Canada contro Norvegia che in qualche modo è la gara che darà un senso a tutto questo Mondiale. Thomas Ulsrud e la sua Norvegia potrà dimostrare di essere veramente la miglior squadra europea e vice campione Olimpica e Mondiale. Il Canada di Jeff Stoughton ha la grande opportunità di mandare a casa un avversario come la Norvegia che potrebbe risorgere dalle sue ceneri e ritrovare lo stimolo per una degna finale. Ma pare che  il palinsesto televisivo ci voglia proporre altro. Speriamo in un ripensamento, perché il Mondiale è tutto in questa partita. Infine un plauso ai commentatori italiani (mi auguro che molti vorranno ringraziarli su Facebook eurosport italia). Giocare a curling è sempre comunque bello ma seguire quello che si è visto in questo Mondiale richiede una immensa forza di volontà. Immaginatevi lo sforzo di tenere vivo e alto l’interesse con le parole mentre tutti si aspettano i fatti. Nell’aprile del 2010, in occasione del Mondiale di Cortina, il Presidente uscente WCF aveva  sostenuto la necessità di ridurre a 8 end le gare di curling. In Canada la richiesta arrivava a gran voce dalla  produzione televisiva TSN che ritiene che una partita a 10 end, con l’aggiunta delle pause di pubblicità, sia insostenibile per chi segue il curling. Al Presidente Les Harrison l’assemblea WCF concesse solo la nuova regola del non fermare il tempo in caso di Time-Out (prima o poi si dovrà iniziare ad usare un nuovo termine che indichi meglio quando si chiama alla consultazione il proprio coach; dato che il tempo non si ferma perché chiamarlo ancora time – out?). Ma insieme a questa concessione l’assemblea andò ai voti e non riconfermò Harrison. Proprio a Regina, alle interviste, invece, pare che  moltissimi atleti siano favorevoli alla riduzione a 8.

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