In Danimarca il 19 febbraio scorso si giocò la finale per il titolo del Campionato danese maschile. Sul ghiaccio due squadre con due skip, come sempre, ma con la particolarità che questi skip erano padre e figlio. Tommy, l’anziano esperto giocatore negli anni 1977, 1981, 1983, 1986, 1989, 1990 e 1998, aveva già rappresentato la Danimarca nelle competizioni internazionali. Proprio a Regina nel lontano 1983 Tommy Stjerne aveva partecipato ad un Mondiale.
In questa finale contro il figlio Rasmus, l’anziano Stjerne si gioca l’opportunità di ritornare in Canada e proprio a Regina. Tutto il pubblico però vuole un risultato diverso. Rasmus, 22 anni, agli ultimi europei ha giocato molto bene e con Mikkel Krause, Oliver Dupont, Troels Hanry e Martin Poulsen ha formato un team giovane, forte e con tanta voglia di vincere. Ma il curling è curling e il vecchio Stjerne, quel 19 febbraio, obbliga il figlio all’extraend e poi chiude la partita vincendo 9 a 8. Tommy di quel momento, prima di partire per Regina, dice: “Quando l’ultimo stone è venuto giù e si è fermato a destra sul botton è stata una bella sensazione, ma anche un sentimento misto. Sapevo che tutti gli spettatori, tra cui mia moglie, tifavano per Rasmus, quindi non sapevo bene come mostrare i miei sentimenti senza ferire un sacco di gente. Rasmus era un buon perdente sul ghiaccio, ma dopo, naturalmente, era molto deluso. Gli ci volle molto tempo per rendersi conto che aveva perso la finale, e poi con suo padre vecchio. Capisco perfettamente i suoi sentimenti contrastanti, ma, detto questo, sono sicuro che imparerà molto da questa sconfitta. Sono felice che lui adesso ha accettato di essere l’allenatore per noi a Regina. L’ultima volta a Regina, mi ricordo che tutti intorno a noi conoscevano il gioco ed erano molto gentili. Non vedo l’ora di tornare là e incontrare amici vecchi e nuovi. Il Mondiale sicuramente è molto diverso. Adesso c’è molto professionismo. A quel tempo si faceva una festa ogni notte e scorreva un sacco di whisky e birra. So per certo che saremo la squadra più antica – ma forse anche una delle squadre più esperte – ” Stjerne aggiunge. “Se perdiamo un paio di partite, dormiremo lo stesso la notte. So anche che se riusciamo a giocare come abbiamo fatto contro Rasmus, abbiamo delle possibità. Il problema per noi può essere la stanchezza dopo un paio di giorni. Per questo motivo abbiamo trovato irritante che non possiamo essere sei giocatori in squadra, come siamo di solito nei bonspiels dove gareggiamo. Ma di sicuro andremo a divertirci a Regina.”
Ma va bene così. Tutto sommato i grandi risultati internazionali per la Danimarca nel curling sono sempre stati al femminile. Il Mondiale di Cortina, la stagione passata, che ha visto una Danimarca chiudere al 5° posto in classifica, è stata se vogliamo una parentesi particolarmente felice. Di certo a Cortina quella Danimarca con Jonny Fredriksen, Ulrik Schmidt e Lars Vilandt, era di ottimo livello ma il Mondiale, nell’anno Olimpico, non è mai superlativo. Poi vivere solo di curling, anche per i danesi, è pura utopia e quindi una importante promessa junior, come è stato nel 2000 Kasper Wiksten, ci sta che si possa smarrire per una più redditizia e duratura carriera professionale. Alla Danimarca rimane allora solo l’opportunità di presenziare ad un Mondiale con la squadra di un padre che ha voluto dare a suo figlio Rasmus forse l’ultima importante lezione di umiltà.