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La Macchina del Tempo

Forse non tutti sanno che: A Lethbridge nascono le house colorate

Da domani (sabato 17 marzo) in Canada a Lethbridge inizia il Mondiale donne 2012. Su questo evento potrete trovare i commenti su www.curlingitalia.it come sempre.  Parliamo di questa città non lontana da Calgary per ricordare, per la storia del curling, qualcosa o qualcuno di Lethbridge che ha cambiato per sempre questo gioco. La storia canadese del curling racconta che le house venissero da sempre tracciate con una sola linea scura e senza aggiungere altro. L’allestimento della pista con più colori e con le house cariche di verde o rosso e blu si deve proprio a Jack Patey di Lethbridge. Jack, per sua libera scelta, decise di migliorare  le piste, preparate per i bonspiel, con l’uso dei colori. Tutto questo capitava nel 1935. Con l’avvento della televisione a colori alla fine degli anni 50, tutto il Canada adottava l’uso del colore sul ghiaccio. Con le riprese televisive  il colore era una condizione assolutamente indispensabile per trasmettere le gare di curling. Televisione e curling, un legame forte ed importante. D’altra parte non poteva che essere così perché l’inventore della televisione è lo scozzese John Logie Baird che  il 25 marzo 1925, nel centro commerciale Selfridges di Londra, presentò per la prima volta al mondo un prototipo di televisione.

La macchina del tempo: Quando in Scozia un team era formato da otto curler

E’ di questi giorni l’uscita in Scozia di un nuovo libro sulla storia del curling dal titolo “Minute book of the Lochmaben Curling Society 1823- 1863″. L’autore Lynne j.m. Longmore ha avuto la grande pazienza di raccogliere e riscrivere i diari e gli appunti ritrovati dei club di curling di Lochmaben datati tra il 1823 e il 1863. In queste pagine si possono leggere storie dettagliate di come erano organizzati e come i club del luogo preparavano i tornei. Per indicarvi meglio l’area diciamo che non siamo lontani da Lockerbie. Tra le moltissime curiosità di certo una in particolare desta maggiore interesse rispetto alla pratica attuale. Per tantissimi anni nell’area di Lochmaben era consuetudine che ogni squadra potesse giocare con 8 curler e quindi ad ognuno di loro era concesso il lancio di un solo stone. Inoltre una gara si completava quando una delle due squadre raggiungeva i 21 punti. Questo modo di giocare a curling  fu messo in discussione dall’Assemblea Generale nel 1850. L’Assemblea  richiedeva ai club di Lochmaben di giocare, come nel resto della Scozia, con soli 4 giocatori. La proposta andò al voto e la maggioranza decise per il no. A Lochmaben si continuò a giocare in 8 contro 8 per un’altro decennio. Nel 1861 si ritornò a parlare di questa regola ma i 44 aventi diritto al voto riconfermarono (23 voti contrari – 21 a favore del gioco a 4) la volontà di non cambiare. Le cose però trovarono una soluzione l’anno seguente (1862) e anche a Lochmaben iniziarono a giocare in 4 con due stones a disposizione.

La Leggenda di Calgary – Paul Gowsell

gowsell-mondiali-junior-1978.jpgAi campionati Provinciali Senior di Alberta una squadra scende sul ghiaccio. Lo skip prende posizione al centro della casa. E’ un giocatore che ha superato i 50 anni e come tutti gli altri ha i capelli corti tendenti al grigio e pantaloni neri. Nulla di lui può richiamare l’attenzione del pubblico quasi una presenza invisibile per gli spettatori più giovani. Al contrario il pubblico più anziano non ha occhi che per lui perché quello skip è Paul Gowsell la leggenda di Calgary. Paul alla fine degli anni 70 era un mito. Un astro nascente del curling tanto bravo quanto folle. In Canada lo ricordano ancora oggi perché Gowsell era personaggio anche fuori dal ghiaccio. Arrivava al curling center con il suo furgone volkwagen giallo e non serviva l’etilometro per capire quante bottiglie di birra avesse già svuotato. Barba e capelli biondi sempre troppo incolti e troppo lunghi per un curling conservatore e lontano dalle mode. Scendeva sul ghiaccio vestito con dei pantaloni a scacchi grigi che in molti dicono non abbia mai trovato il tempo di lavare almeno una volta. Ma quando Paul Gowsell iniziava a giocare si poteva assistere ad una vera magia. Vinceva sempre senza riverenze. Mai insicuro nelle scelte arrivando a strapazzare in quegli anni anche giocatori molto più esperti e maturi tanto venerati come un Hector Gervais di Edmonton. Paul Gowsell arrivò quindi a giocarsi il Mondiale junior nel 1976 ad Aviemore (Scozia) vincendolo con i compagni di squadra Neil Houston, Glen Jackson e Kelly Stearne. Ma giocare con Paul voleva dire anche il dover sopportare grida imprecazioni e insulti. Il resto della squadra, ad eccezione di Kelly Stearne, lo abbandonò. Nel 1978 Gowsell ritornò con un nuovo gruppo conquistando ancora il diritto di rappresentare il Canada ai Mondiali Junior di Grindelwald (Svizzera). Questo team formato da Paul Gowsell, John Ferguson, Douglas McFarlane e Kelly Stearne vinse il Mondiale. Tutto il Canada era in attesa di un Paul Gowsell tra i grandi del professionismo ma così non è stato. Dopo  l’ultimo Brier Labatt (oggi Tim Horton) del 1980 Paul Gowsell sparì dalla scena. In Italia c’è chi ricorda Gowsell. Marco e Adriano Lorenzi hanno avuto il privilegio di poter giocare contro la leggenda di Calgary. Lo ricordano ancora oggi con un aspetto hippies. Un Gesù Cristo del curling. Lo ricordano ai Mondiali di Scozia quando, dopo un’abbondante bevuta,era intento a sedurre una ragazza in una scena grottesca con Paul, così com’era tanto magro, abbracciato alla sua conquista, sicuramente simpatica ma, tanto grassa. In Canada Paul è ricordato anche come Paul Pizza. Erano gli anni 70 e in un torneo di Winnipeg Paul Gowsell sta giocando, davanti a 1000 spettatori, contro la squadra di un certo McGrath. Erano anni in cui non esisteva il limite di tempo (inserito nel regolamento dal 1980) e McGrathm, per decidere il tiro, creava delle pause che arrivavano anche ai 20 minuti. Paul Gowsell stanco delle attese decise di  provocare l’avversario ordinando una pizza. La pizza fu consegnata e Gowsell, durante la partita, nelle lunghe pause dell’avversario, iniziò a mangiarla a bordo pista. Fu comunque educato nell’offrirla anche allo skip avversario ma McGrath, poco divertito, rifiutò.

Storia del curling: La guerra dei brevetti

Un’altro aspetto curioso della ricerca storica, sulla creazione della nuova scopa dedicata al curling, è sicuramente anche la battaglia legale che per un decennio è stata combattuta, davanti alla Corte Suprema, dall’ideatore Fern Marchessault. Di questa storia ho trovato documentazione della sentenza che è stata emessa solo il 23 maggio del 1967. Proverò a riassumervi la vicenda legale. Il 1 marzo 1956 Fern Marchessaut di Montreal deposita domanda di brevetto della nuova scopa per poterla produrre e commercializzare. L’ufficio brevetti del Canada accetta e riconosce valido il brevetto il 25 marzo del 1958 ma segnala che il titolare del brevetto (Marchessault) dovrà migliorare e dettagliare meglio le caratteristiche della scopa. Per completare la documentazione la legge canadese consente di poterlo fare entro i 4 anni successivi. Ma la pratica del brevetto è gestita, per conto di Marchessault, dall’avvocato Albert Fourner che muore nel 58. L’ideatore della scopa incarica quindi un altro avvocato, Pierre Lesperance e, al nuovo avvocato, chiede di depositare il brevetto anche negli Stati Uniti. La richiesta all’ufficio brevetti USA è consegnata il 16 maggio 1961 ma non fu accolta perché per i funzionari americani risultava già depositato un brevetto analogo registrato il 27 ottobre 1914 e poi ancora modificato il 9 giugno del 1936. In conclusione il giudice della Corte suprema del Canada ha comunque riconosciuto valido il brevetto n° 554826 depositato da Marchessault perchè Fern fu il primo a realizzare e vendere in quantità importanti la scopa che era da circa 10 anni di uso comune per tutti i  giocatori di curling. Per questa ragione la sentenza tra le contendenti società Curl – Master Company  Montreal (di Fern Marchessault) contro la società Atlas Brush Limited di Winnipeg, che da qualche anno produceva e vendeva scope da curling, diede ragione a Fern e vietò alla Atlas di Winnipeg di continuare la vendita del suo prodotto. Fern Marchessault quindi nella storia del curling è riconosciuto come unico inventore.

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Storia del curling: Dalla scopa al brooms

A tutti gli istruttori di curling capita sempre di raccontare alla prima lezione che gli attrezzi per giocare a curling sono entrati in uso in un epoca relativamente recente. Ho deciso allora di andare a verificare per saperne di più e datare con maggior precisione anche questo aspetto del curling moderno. In particolare può essere interessante sapere quando e come la scopa ha smesso di essere quella usata a casa ed è diventato l’attrezzo sportivo specifico per il curling. Torniamo quindi indietro nel tempo per scoprire che nel 1956 l’idea di creare una scopa di gioco l’ha avuta il signor Fern Marchessault di Montreal. Per la sua nuova creazione Fern mantiene l’uso della scopa in saggina ma la ridisegna in modo piu’ appropriato all’uso sul ghiaccio. Fonda la società Curl Master e produce e commercializza i primi 2 modelli.
Il primo si chiamerà Little Beaver ed ha una linguetta di plastica o pelle inserita tra i fili di saggina. Secondo Marchessault questa scopa, rispetto alle tradizionali, esercita un +25%  sulla potenza di traino dello stone. Ma aveva anche una grave controindicazione: spesso queste scope rovinavano il ghiaccio e alcuni club di allora ne avevano vietato l’uso. Nel 1958 Fern Marchessault crea un nuovo prototipo, per ovviare ai problemi del primo modello, e nasce la Black Jack, una scopa decisamente più delicata che non rovina il ghiaccio. Con la Black Jack i problemi sono però creati dai detriti che la scopa lascia nella sua azione. In quell’epoca i frequentatori dei curling center, per ricordare il problema della scopa, si scambiavano tra loro una frase di rito “Keep it clean”che, in qualche modo, rimane ancora oggi nella storia del curling.

Qualche anno dopo, 1960, nasce la prima scopa sintetica il cui nome tradotto in italiano vuol dire “il topo pista”. A crearla fu un giocatore di Calgary Thed Thonger. Di certo forse è azzardato dire che si tratta del primo sintetico perché era realizzata con  un uso abbondante  di cotone e plastica. Poi alla fine degli anni 60 due giocatori di Calgary John Mayer e Bruce Stewart realizzano e mettono in vendita le prime scope a spazzola usando il pelo di crine e poi ancora con la possibilità di sostituire la testa della scopa realizzata con il pelo di maiale e di martora. Il primo importante atleta che usò la nuova scopa è stato Paul Gowsell. Paul è ricordato come “la Leggenda di Calgary”. Con il suo team conquistò il Mondiale Junior del 1976 in Scozia e poi si riconfermò medaglia d’oro al Mondiale Junior del 1978 in Svizzera. In quegli anni di Paul Gowsell, come giocatore, si diceva un gran bene e tutti vedevano per lui  importanti traguardi. Ma invece la sua carriera fu molto breve. Era un atleta  bravo ma troppo folle. In un’altra occasione vi racconterò qualche cosa di più su questo personaggio.

I vip e il curling

L’articolo che vi allego rievoca un momento storico che abbina il curling ad un personaggio mito del cinema internazionale. Era il 1958 quando Brigitte Bardot fu vista a Cortina mentre imparava a lanciare uno stone. Questo fatto non è di poco conto e chissà quanti altri personaggi mondani di ieri e di oggi hanno provato questa esperienza. Per migliorare e accrescere l’immagine del curling italiano, chiedo l’aiuto di tutto il movimento. Vorrei reperire foto, articoli ed eventualmente anche filmati che ritraggono personaggi famosi nell’atto di giocare a curling.

Chi ne fosse in possesso può darmene notizia qui. Mi potrà bastare anche una copia. Grazie a tutti.

Corriere della Sera

i Personaggi

Quando la Bardot fu stregata dal curling

Dio creò la donna dal ghiaccio. Perché la prima, bellissima, fu Brigitte Bardot. Come sempre in anticipo sui tempi e sulle mode, scoprì le meraviglie del pattinaggio e persino quelle del curling negli anni Cinquanta: 1958 per la precisione. E, a Cortina, ancora si ricordano di quella volta che la splendida attrice sulla pista del Grand Hotel Miramonti si cimentò con le «stone».

Inverni freddi e laghi ghiacciati

Chissà come dovevano essere terribili gli inverni scozzesi quando il lago ghiacciava e si giocava a curling.  Un ghiaccio che doveva sopportare il peso di molti uomini e molte stones. Nel definire tale spessore era anche in uso una “regola militare” che indicava il grado di sicurezza. “Due pollici” di ghiaccio sosterranno un uomo, con “4″  può passare un militare a cavallo e con “6″ sul lago è consentito il transito anche a un carro militare.

Purtroppo il 15 febbraio del 1901 i curler del lago di Airthrey vissero un dramma b489_2.jpgindimenticabile. Il ghiaccio non sopportò il peso e due persone Fred Pullar e Kate Rutherford persero la vita. Da questo dramma gli scozzesi impararono che qualcosa nei loro inverni era mutato per sempre. Ma il freddo, il ghiaccio, e quindi il curling erano un modo di vivere e di essere per la gente di queste parti. Un vecchio di Ayrshire ricorda ancora oggi quando era bambino e le raccomandazione della mamma che dalla finestra diceva: “ragazzi non salite sul lago ghiacciato sino a quando non sono saliti i curlers”. Questa variazione climatica obbligò il Royal Caledonian Curling Club a dettare precise regole per giocare a curling su spazi naturali. Ghiaccio minimo garantito di uno spessore non inferiore ai 7 pollici (cm 17,5).

E fu così che il più importante torneo all’aperto detto “Grand Match”, sul lago di Menteith nel Perthshire, è stato giocato solo 33 volte negli ultimi 150 anni. Dopo il 1945 in 3 sole occasioni. Tutti ricordano ancora l’ultima volta. Era il 7 febbraio del 1979. Sul lago i club del nord contro il sud della Scozia. Si dice che tra giocatori e spettatori quel giorno erano in 10 mila.

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Con il “ferro da stiro” in Canada sbarcò il curling

Proviamo a fare un salto nella storia.

E’ il momento in cui il curling lascia, per la prima volta, il vecchio Continente e approda in Canada. La storia ancora una volta non conferma con certezza ma indica alcuni luoghi e date molto ravvicinati. La prima è il 1758. Siamo nel Quebec. Una consistente avanzata militare scozzese del reggimento Fraser Highlanders prende d’assedio e conquista la fortezza francese a Louisbourg. E proprio in queste zone, sul ghiaccio di fiumi o laghi d’inverno, forse iniziarono. Ma se avanziamo con la nostra macchina del tempo di soli 55 anni troviamo la certezza assoluta che il curling è arrivato in Canada. Le ondate dei coloni dalla Scozia ormai sono sempre più frequenti e con l’avanzata dell’esercito, comandato dal generale Wolfe, si sviluppa la città di Montrèal. Il presidio dei militari non fu di poco conto perché, mancando le stones di granito, un gruppo di commercianti iniziarono a lanciare, sul fiume ghiacciato San Lorenzo, dei ”ferri da stiro” creati fondendo palle di cannone. Nasce così il Royal Montrèal Curling Club (era il 1807). (continua…)

Un personaggio da ricordare: Ken Watson

E’ quasi estate. Ghiaccio sciolto e stones nelle casse. Viene quindi il momento di arricchire la nostra cultura sul curling. Scopriamo allora chi sia stato e cosa ha fatto per il nostro sport Ken Watson. kwatson.jpg

Nasce a Winnipeg il 12 agosto 1904. I suoi inizi nel curling, come giocatore, a 15 anni, studente alla St.John’s Technical High School.
Primo torneo ufficiale vinto nel 26. Ma è 10 anni dopo (1936) che Ken conquista la popolarità vincendo il Mc Donald Brier, unico e vero Mondiale maschile dell’epoca (dal 1927 al 1979 Mac Donald Brier – dal 1980 al 2000 Labatt Brier – dal 2001 al 2004 Nokia Brier - dal 2005 Tim Horton Brier).
Si svolse a Toronto è ho avuto la grande fortuna di ritrovare una fotografia che ritrae le squadre iscritte a questo Brier.
Il team era iscritto come Strathcona Curling Club Manitoba. Oltre a Ken Watson (Skip) in pista Grant Watson, Marvin Mclntyre e Charles Kerr.
Saltiamo al 1942 per ritrovare la squadra di Ken ancora sul podio più alto, sempre del Mac Donald Brier. Questa volta, oltre al fratello Grant, il gruppo era formato da Charlie Scrymgeour e Jim Grant.
Per questa edizione si giocava a Quebec City. Poi la guerra. Siamo in pieno 2° conflitto mondiale. Anche il curling si ferma dal 1943 al 1945.
Siamo quindi arrivati al 1949. Questa volta il Mac Donald Brier si gioca a Hamilton (Ontario).
1936brierparticipants.jpg Alla finale, le cronache dell’epoca dichiarano la presenza di 16.500 spettatori. La squadra di Ken Watson con Grant Watson, Lyle Dyker e Chales Leggi conquista il suo ultimo Mondiale.
Da questo momento il nostro personaggio si dedica allo sviluppo e la promozione del curling. Fonda e organizza il primo Torneo Provinciale High School in Manitoba. Ken è stata una figura determinante nella nascita della Scuola Nazionale di curling. Per il mondo, con la Società Scotch Whiskey (precursore della Air Canada Broom d’Argento poi divenuti gli attuali Mondiali Uomini) sviluppa e promuove questo sport.
Negli anni, poi, si fatica a ricordare le cariche da lui ricoperte. Presidente del Manitoba Curling Junior, Presidente del Strathcona Curling Club, Presidente della Manitoba Curling Associazione e Presidente della Dominion Junior Curling.
Ma la cosa di particolare interesse sono gli scritti, articoli e libri, dedicati al curling che per nostra fortuna sono oggi ancora reperibili. Parlerò in seguito di queste produzioni.

Ken Watson è una figura di grande sportivo Canadese. Insieme a tanti miti della storia di tutti gli sport è stato l’unico, per il curling, ricordato come Membro Onorario dal 1980 e annoverato nella Canadian Sports Hall of Fame.
Muore il 21 luglio del 1986.

Carambola

Su espressa richiesta, postiamo il filmato della più incredibile “carambola” vista durante i Giochi Olimpici di Torino 2006. Per di più la partita è la finale Canada vs. Finlandia e l’autore del tiro è il canadese Mark Nichols. Chi volesse aggiungere dei commenti può rispondere all’annosa domanda: “Ma voleva proprio fare quello???” Quello che non si vede nel filmato, e che invece avremmo tutti voluto vedere, è l’espressione dello skip finlandese M15.

CURLING ITALIA