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Claudio Pescia: Vanno vengono… a volte tornano per Vancouver 2010

Team PesciaCon l’avvio della prossima stagione 2007-2008 saranno solo due le annate che ci separano dall’evento Olimpico di Vancouver 2010. Per i team Italiani non sarà facile conquistare la qualificazione. Le Nazioni concorrenti si migliorano, fanno esperienza nei tornei all’estero, hanno un buon supporto economico a sostegno dell’attività. Solo per citare alcune problematiche nostrane. La volontà e lo spirito di sacrificio degli atleti azzurri è spesso l’unica importante risorsa su cui sperare. Ma i posti a disposizione per partecipare all’Olimpiade del curling sono complessivamente estremamente limitati. Nel triennio di qualificazione, per la maschile, siamo poi partiti con l’handicap di non aver disputato il Mondiale 2007, e nazioni come la Francia, per esempio, hanno potuto acquisire punti pesanti di vantaggio sull’Italia in tale occasione. Dalla prossima stagione lo scettro di capo allenatore dei team italiani è stato affidato allo svizzero Jean Pierre Ruetsche. Bravo Jean Pierre che ha già saputo dimostrare nell’ambiente azzurro le sue capacità. Bravo nell’aver portato il Lago Santo dei Retornaz al titolo italiano nella stagione appena conclusa. Di certo, però, non si può chiedere a Mr Ruetsche di saper fare anche i miracoli. Quindi, perchè non pensare ad un ritorno di Claudio Pescia in maglia azzurra?
Per chi non conosca Claudio Pescia, aggiungo che si parla di un bravissimo atleta italo-svizzero che negli anni 90 giocava con la Nazionale italiana. Poi ha scelto di giocare in Svizzera e alle Olimpiadi di Torino 2006 era in gara con la nazionale elvetica.
Inoltre, nella stagione passata, è stato lo skip del famoso club San Gallo. Skip anche del nostro Joel in questa esperienza Svizzera. Perciò l’amicizia e una certa intesa, tra i due, sono già un punto acquisito.
Da uno stralcio di intervista a Claudio Pescia proviamo a conoscerlo meglio.
Classe 1963, nato a Comano ma cresciuto a Zurigo, direttore di banca del gruppo SG Private Banking (Suisse) vive a Wettswill.
Claudio ci racconti qualcosa di te? Il curling è una passione che per me è iniziata da ragazzino. Per un paio d’anni, quando ero bambino, avevo giocato a pallamano, poi a 13 anni, seguendo mio padre che praticava il curling, cominciai ad appassionarmi. Dopo aver seguito un corso estivo a Wildhaus con gli amici creai un team. Disputammo i campionati scolari chiudendo all’ultimo posto… Ma l’anno seguente, era il 1978, arrivammo primi. Andai avanti nel curling con altri club ottenendo dei buoni risultati ma senza mai salire sul gradino più alto del campionato svizzero. Impegni di famiglia e professionali mi consigliarono per un breve periodo di concedermi una pausa agonistica. Poi un allenatore svizzero che guidava la Nazionale Italiana mi offrì la possibilità di indossare la maglia azzurra, approfittando della mia doppia nazionalità. Era una grande opportunità. Giocai con la nazionale italiana dal 94 al 99. Un periodo intenso e ricco di soddisfazioni. Una realtà molto diversa quella del curling in Italia rispetto alla Svizzera, ma non per questo meno stimolante e utile. Poi il team Stoeckli di San Gallo cercava un elemento collaudato e così ritornai a giocare in Svizzera. Da questo momento ho dovuto sgobbare, e tanto, per arrivare ai vertici e quindi conquistare un posto nella nazionale svizzera.
Quale programma di allenamento seguite per giocare a questi livelli? Molto viene fatto anche a livello individuale sotto l’aspetto fisico e anche mentale. Come squadra ci si trova una volta alla settimana oppure nel week end quando non ci sono competizioni.
Un’ultima domanda, perchè il tuo nickname è the space cowboy?
Sono un appassionato di Internet e viaggi. Diciamo quindi che sono un cow boy virtuale. A dire il vero questo nomignolo me lo ha ispirato anche una canzone di Jamiroquai che parlava di vita virtuale.
Dai, torna in Italia, cow boy ranch e cavalli a Cembra ti aspettano…

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