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Con un giorno di anticipo il nord America ha vinto la sagra Continental Cup

Oggi si gioca ancora ma solo per lo spettacolo. La Continental Cup da ieri ha già il suo vincitore, la rappresentativa del Nord America che, con abbondanza, ha superato i 201 punti necessari per aggiudicarsi il “titolo”. Sinceramente però l’uso di tanti termini così legati allo sport e alle vere competizioni dà la sensazione di un eccesso e di un uso poco appropriato. In verità la Continental non è altro che uno show televisivo, una passerella del professionismo vero o presunto per i partecipanti europei. Non voglio certo dire che una kermesse di questo genere faccia male al curling, anzi, porta visibilità e promozione, tutte cose di cui proprio il curling nostrano vorrebbe e dovrebbe saper sviluppare. In Canada  questo è possibile con il sostegno di gruppi finanziari e industriali. La 7ª edizione del Continental perseguiva l’obiettivo di esaltare l’interesse in particolar modo del curling doppio misto. La presidente del WCF Kate Caithness continua a lavorare sul progetto, ereditato dal suo predecessore Les Harrison, di incrementare la partecipazione Olimpica con il curling  doppio misto. Il pubblico della Continental Cup a St. Albert si è divertito anche nel vedere che, giocando il doppio misto, allo swipping dovevano faticare anche gli storici skip Martin, Koe, Uslrud, Jones che, nel consueto ruolo del gioco a 4, vivono solo di fatica mentale. Alle interviste gli skip hanno dichiarato di apprezzare il gioco del doppio misto spingendosi a dire, come nel caso di Kevin Martin, che è un gioco con più strategia del curling tradizionale. Di parere invece nettamente contrario la critica dei giornalisti presenti. Terry Jones, autorevole giornalista canadese esperto di curling, l’ha definito semplicemente un gioco sciocco. Infine parliamo di quanto detto nelle interviste dai giocatori europei presenti. Gli atleti del nostro continente hanno ribadito che in Europa il curling è ancora uno sport poco praticato e di scarso interesse commerciale e televisivo. Tutto vero ma allora forse bisognerebbe chiedere al Presidente della European Curling Federation, Andrew Ferguson, di creare un piano di sviluppo e di sostegno economico maggiormente equilibrato per tutte le Nazioni della Comunità Europea. L’interesse verso lo sviluppo agonistico del curling dimostrato dalla politica in Gran Bretagna con il raddoppio del finanziamento a favore del curling sino al 2014 (pari a 2.288.900 sterline), è una condizione che per Italia, Francia, Spagna (e tante altre) è pura fantascienza. Ritengo che una gestione e  sviluppo d’insieme debba essere la nuova politica sportiva che un Presidente di curling Europeo perseveri come suo progetto prioritario. Per le  nazioni europee i problemi sono totamente gli stessi con le gravissime carenze di impianti dedicati, il miglioramento e la formazione di tecnici e allenatori, l’organizzazione di manfestazioni di alto livello, la continuità e visibilità televisiva. E’ inevitabile che se venissero compensate tutte queste carenze in ogni Nazione il curling potrebbe richiamare l’attenzione di chi è interessato ad investire nello sport. E’ la legge del mercato che rende possibile un impegno economico ma solo se esiste la possibilità di un ritorno sia finanziario che di immagine. Oggi sappiamo bene che chi aiuta il curling è semplicemente un benefattore. E chiudiamo ricordando che la prossima edizione della Continental Cup si terrà ancora nella Columbia Britannica a Langley dal 12 al 15 gennaio 2012.

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